cosa prevede la legge e cosa deve garantire l’amministratore
In Italia, la conformità degli impianti radiotelevisivi non è facoltativa: è regolamentata da un insieme di norme tecniche e legislative che ne disciplinano la progettazione, l’installazione e la manutenzione, al pari di quanto avviene per impianti elettrici, del gas o idraulici.
Garantire la conformità significa assicurare sicurezza, qualità del segnale e rispetto della normativa vigente. Il principio cardine è operare secondo la cosiddetta “Regola d’Arte”, che vincola l’installatore a seguire standard riconosciuti, in particolare quelli indicati dal CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano.
Nel tempo, varie leggi hanno definito obblighi precisi per installatori e committenti:
Oltre agli aspetti normativi, è essenziale che un impianto radiotelevisivo rispetti parametri tecnici precisi, pena la non conformità.
Per legge, alla presa d’antenna di ogni abitazione deve arrivare un segnale con potenza compresa tra 68 e 75 dBµV. Non si tratta solo di una questione di prestazioni: un impianto che non raggiunge questi valori non può essere considerato conforme.
Anche il rapporto segnale/rumore (S/N) deve rientrare nei limiti indicati:
Un segnale al di sotto di queste soglie può comportare malfunzionamenti, disturbi o addirittura il blocco della ricezione.
Nel contesto condominiale, l’amministratore ha il compito di:
Un impianto mal progettato o fuori norma può rappresentare un rischio elettrico, una causa di contenzioso tra i condòmini o un potenziale danno patrimoniale in caso di guasti o incidenti.
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