Analisi Acque

Norme, controlli e buone pratiche per garantire sicurezza e igiene dell’acqua

Acqua potabile condominiale: cosa prevede la legge

La distribuzione dell’acqua destinata al consumo umano è regolamentata dal D.Lgs. 31/2001, che stabilisce i requisiti chimici e microbiologici da rispettare per garantirne la potabilità. Secondo la normativa, la responsabilità dell’Ente gestore termina al contatore, mentre da quel punto in poi la responsabilità è in capo all’amministratore di condominio.

In presenza di autoclavi, cisterne, impianti centralizzati o addolcitori, è necessario effettuare almeno un’analisi all’anno dell’acqua, prelevata nel punto più critico (ad esempio, l’ultimo piano dell’edificio o l’uscita dell’autoclave). Questo consente di verificare il mantenimento dei parametri di potabilità anche all’interno della rete condominiale.

Se l’esito delle analisi evidenzia non conformità, si rende necessario ripetere i campionamenti in più punti per valutare l’estensione della contaminazione. In caso di conferma, l’amministratore deve attuare interventi correttivi come:

Piscine condominiali: obblighi e rischi

La gestione igienico-sanitaria delle piscine condominiali è regolata dall’Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003 e da eventuali normative regionali. L’amministratore è tenuto a garantire che l’acqua di vasca e di immissione sia conforme ai parametri chimico-fisici e microbiologici richiesti.

È necessario:

Se i valori risultano fuori limite, devono essere attuate misure correttive immediate, come:

In presenza di una piscina condominiale, le responsabilità dell’amministratore aumentano sensibilmente. La piscina è infatti un luogo ricreativo, ma anche potenzialmente pericoloso: dai rischi di scivolamenti a quelli sanitari (es. batteri) e perfino di annegamento.

L’amministratore deve quindi: